Il diario del Giro d’Italia: Luca Chirico (terza tappa)
Cento anni fa i bersaglieri-ciclisti. Oggi i corridori-postini. Che per “Libri in Giro” e la Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza scrivono una pagina del diario della corsa
Sestri Levante (Genova), lunedì 11 maggio 2015
Luca Chirico
Primo Giro, questo, e prima fuga, oggi. Tappa dura, altimetria mossa, andatura sostenuta, fatica assicurata: tutto quello che piace a me. Pronti, via, fuga: sei o sette, e ci sono dentro anch’io. Poi alla radio mi comunicano che sta rientrando un mio compagno, Edoardo Zardini, lo aspetto, ma non è solo, con lui ci sono anche – per dirne due – Gilbert e Boonen, che sono stati campioni del mondo. Mi metto a disposizione di Zardini: siccome punta ai gran premi della montagna, io tiro per venti chilometri, in salita, finché lui mi confida che non sta bene e finché non mi dice “basta”. Allora stacco, mi risparmio, e al traguardo arrivo a 14 minuti dal vincitore, però in buona compagnia: c’è Chavanel, c’è Petacchi, c’è Viviani, che ha vinto il giorno prima, c’è anche Lobato, che è uno spagnolo emergente.
Faccio parte di una squadra di attaccanti: se fossimo calciatori, sarebbe la squadra di Zeman. La prima vittoria è proprio quella di centrare la fuga buona. Spesso rimane l’unica vittoria della giornata. Ma le soddisfazioni ci sono comunque: la gente che urla, che incoraggia, che applaude. Tutte scene che prima vedevo alla tv, e adesso dal vivo sulle strade, e poi la sera in tv, con la differenza che nelle immagini ci sono anch’io. E l’effetto è particolare. E la sera, da casa, al telefono, mi hanno festeggiato come se avessi vinto.
Avevo otto anni quando, alla tv, guardavo Pantani vincere due tappe al Tour. Senza Pantani, il ciclismo non mi sembrò più così entusiasmante. Avevo dodici anni quando, sempre alla tv, guardavo Cunego conquistare il Giro d’Italia. E fu in quei giorni che decisi di salire in sella. La prima bici era stata fatta da un artigiano varesino, era marchiata Cycling One, e adesso l’ha ereditata Ilaria, la mia ragazza. La prima corsa l’ho disputata il primo anno da allievo, a quattordici anni, in Svizzera, correvo per il Velo Club Lugano. La prima vittoria, il secondo anno da allievo, a quindici anni, a Vertemate con Minoprio. Arrivai da solo: l’unica maniera per essere certo di poter vincere.
Sarà che mi sono diplomato perito aeronautico, ma io, sulla bici, sogno sempre di volare.
Arrivo: 1) Michael Matthews (Orica-GreenEdge) in 3.33’53”, 2) Fabio Felline (Trek), 3) Philippe Gilbert (Bmc).
Classifica: 1) Michael Matthews (Orica-GreenEdge), 2) Simon Clarke (Orica-GreenEdge) a 6”, 3) Simon Gerrans (Orica-GreenEdge) a 10”.